domenica 14 febbraio 2016

Che bello Bolle che balla - Di come la finale del Festival di Sanremo2k16 ha deluso tutti


Quella di ieri sera (che poi si è conclusa stamattina alle ore 1:47 circa) è stata la finale del festivàl di Sanremo più social degli ultimi 66 anni, a detta di chi lo ha fatto. Ma avranno davvero letto quello che su Twitter (e Facebook?) è stato scritto? Probabilmente no, ma non c'è da temere: noi siamo sempre state sul pezzo e non ci siamo perse un solo minuto della quinta serata. LET'S GET STARTED!
Cominciamo col dire che, durante quella che è stata una vera e propria maratona televisiva (tempo stimato: 5 ORE E DIECI MINUTI), la vera vincitrice è stata Virginia Raffaele: dopo le imitazioni di Sabrina Ferilli-Carla Fracci-Donatella Versace-Belén Rodriguez, per l'ultima serata si è presentata nei panni di se stessa,
dimostrando di essere perfettamente capace di stare in scena anche senza trucchi e parrucchi vari. Inoltre, il siparietto con Roberto Bolle ha dato il via ad una ship incredibilmente naufragata ancora prima di essere pensata. Brava Virginia, per noi è un 9!Lo stesso non si può confermare per Madalina (o come si chiama lei) e men che meno per Gabriel Garko, ieri vestito da cameriere. Non ci accaniamo ulteriormente nei loro confronti perché non siamo così sadiche.
La serata canora si apre con il vincitore della categoria Giovani, tale Gabbani, con la sua "Amen", un pezzo che ad un primo livello di ascolto sembra da soltanto oratorio (o da remake natalizio di Sister act), ma che ha un potenziale nascosto: in radio suona bene.I Bluvertigo, gli Zero Assoluto, i Dear Jack e Neffa vengono definitivamente eliminati perché a rischio, quindi la gara comincia e le nostre votazioni sono le seguenti, in ordine di apparizione (nelle parentesi tonde, il risultato della classifica finale).


  1. Francesca Michielin, "Nessun grado di separazione"[32,25/50] (2° posto)
  2. Alessio Bernabei, "Noi siamo infinito" [25/50] (14° posto)
  3. Clementino, "Quando sono lontano" [24,75/50] (7° posto)
  4. Patty Pravo, "Cieli immensi" [42/50] (6° posto)
  5. Lorenzo Fragola, "Infinit volte" [26,75/50] (5° posto)
  6. Noemi, "La borsa di una donna" [33,5/50] (8° posto)
  7. Elio e le storie tese, "Vincere l'odio" [41,5/50] (12° posto)
  8. Arisa, "Guardando il cielo" [34/50] (10° posto)
  9. Stadio, "Un giorno mi dirai" [34,7/50] (1° posto)
  10. Annalisa, "Il diluvio universale" [36,75/50]
  11. Rocco Hunt, "Wake up" [24/50] (9° posto)
  12. Dolcenera, "Ora o mai più (le cose cambiano)" [28,25/50] (15° posto)
  13. Enrico Ruggeri, "Il primo amore non si scorda mai" [35,75/50] (4° posto)
  14. Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, "Via da qui" [28,25/50] (3° posto)
  15. Valerio Scanu, "Finalmente piove" [29,25/50] (13° posto)
  16. Irene Fornaciari, "Blu" [30,75/50] (16° posto)


I super ospiti della 5^ serata del festivàl sono stati uno meglio dell'altro: Roberto Bolle, di cui sopra, che ha aperto la finale con una coreografia di neoclassico sulle note di "We will rock you" dei Queen, Cristina d'Avena, regina di tutti i cartoni animati giapponesi e pediatra dei pediatri, Renato Zero (grazie alle cui canzoni abbiamo potuto apprezzare Massimiliano Pani, figlio di Sua Maestà Mina Mazzini, scatenarsi a ritmo di musica con addosso i colori di #SanremoArcobaleno) che ha cantato, presentato il nuovo album dicendo la data sbagliata e fatto tutto un discorso con gli alieni, la musica, i giovani, le lasagne e la famiglia del quale abbiamo tutti genericamente capito che tra le righe ha fatto coming out. 
"Il tempo va e passano le ore", ma ci sono ancora altri ospiti: Beppe Fiorello che alle 0:45 si mette a cantare "Amara terra mia" (perdonaci, Modugno, ma converrai anche tu che non ce la si può fare nel cuore della notte), Willy William che cerca di svegliare tutti i presenti e gli spettatori con la sua canzone, poi finalmente Guglielmo Scilla aka Willwoosh e a questo punto sappiamo che non manca più nessuno e ci avviamo alla fine. Ah no! Mi stavo dimenticando di Pieraccioni e Panariello lì a presentare lo spettacolo che si terrà il 5 settembre all'Arena di Verona con la partecipazione di Carlo Conti. Ad un certo punto, nell'isterismo e nella rabbia generale, siamo riusciti a finire tutta la gente stipata dietro le quinte e pronta a presentare qualcosa sul palco dell'Ariston.
E' stato un vero e proprio parto, soprattutto visto il dolore provocato dalla classifica; come dice la Celentano:
                                     

Tra un ringraziamento e l'altro, si riapre il televoto per i tre finalisti e si consegnano i premi per Miglior testo (andato a "Amen" di Gabbani), Miglior musica (gli Stadio) e Premio della Critica (Patty Pravo). Quando arrivano i risultati, sul Twitter si scatena il finimondo: salvate i vecchi e i bambini, perché i twitteri non accettano certi scempi. La cosa che più ci ha sconvolto è il fatto che in potenza gli Stadio (un gruppo, con tutto il rispetto, di ultra cinquantenni) avrebbe gareggiato per l'Italia all'Eurovision Song Contest; fortunatamente hanno rifiutato e Francesca Michielin si è presa l'incarico. SANTA FRANCESCA DA X-FACTOR!

Anche quest'anno Sanremo è finito, abbiamo constatato che Vessicchio è il migliore sulla piazza, che l'arcobaleno ha illuminato tutto l'Ariston e che la musica "old age" in questo Paese vince sempre.

Congediamoci con questa gif di Massimiliano Pani e la moglie di Pavarotti che cantano "Kiss me Licia".
















domenica 7 febbraio 2016

Formation fa rima con Partition e con Platinum Edition

"Qualcosa di molto analogo a quello che sarebbe potuto accadere a Maria Callas [se avesse cantato "Il ballo del Qua qua" al posto di un'opera lirica, ndr], lo possiamo vedere in Beyoncé: travestita da Rihanna, mentre PARLA testi volgarissimi e auto-celebrativi che rispolverano vecchie critiche e vecchi rumour su una base musicale talmente banale che altre 200 mila identiche le trovate fatte da chiunque, prima ancora di pubblicare il "brano" ha pubblicato una nuova linea di vestiti a tema (anch'essa autocelebrativa e basta), poi ovviamente, in mezzo a tanta mediocrità e volgarità, ci aggiungiamo il messaggio politico talmente insignificante e banale che le persone troppo abituate ad affogare in simili merdate commercialissime (e fidatevi che non parlo della musica, ma di tutto il baldacchino) lo ritengono talmente importante da dire che tutto ciò sia "un importantissimo messaggio"... per capire quanto sia importante il messaggio, vi estraggo un pezzo di testo:
I SLAY
I SLAY
I SLAY
I'M THE BLACK BILL GATES
I SLAY
I SLAY
BITCHES
I SLAY
I GOT HOT SAUCE IN MY BAG, SWAG (?)
I SLAY
Comunque vorrei essere nero per comprendere tale merda. Perché sì, a quanto pare se non sei nero, un testo di merda del genere e una base talmente comune che posso fare al computer io stesso - CHE SONO BIANCO - in 10 minuti, la comprendi solo se sei nero.
Davvero, vorrei tanto che mi piacesse, ma quello che vedo è uno spreco di talento. Una donna intrappolata in stereotipi, volgarità camuffata male e musica di merda (che questo è) per niente unica e per niente personale (il bello della musica, una volta, era questo. Ci credete?).
Detto questo, tutto ciò me lo aspettavo da tempo e non mi ha traumatizzato. Mi ha solo fatto schifo. Tanto schifo."

Questo è il commento (in breve) della pagina Beyoncé presa da attacchi di schizofrenia durante le sue esibizioni live a proposito del nuovo video "Formation", pubblicato ieri sera (ora italiana) sull'internet. 

Iniziamo col dire che l'unica nota positiva di quei 4 minuti e 5 secondi è il cammeo di Blue Ivy - aka Bluozzola - che corre, vestita di bianco, con un paio di altre bambine. La sua presenza è giustificata dal testo: "I like my baby hair, with baby hair and afros" , per sottolineare che, essendo lei una bambina figlia di genitori afro, è normale che anche i suoi capelli lo siano (nessun riferimento agli inutili commenti fatti a tal proposito dai peggiori tabloid americani è casuale). Per noi, Bluozzola vince tutto. 
Il messaggio che il video e la canzone dovrebbero lanciare è legato alla discriminazione razziale e vicino alla causa #BlackLivesMatter; il graffita "Stop shooting us", la New Orleans del Carnevale e dei gospel cantati nelle chiese della comunità afro-americana, il ghetto e l'intera crew di attori e ballerini mostrano l'orgoglio dell'essenza nera di cui Bionzella si fa paladina (non che noi non l'avessimo già notato in questi ultimi 18/19 anni...). Ovviamente, il pubblico deve afferrare questa grandissima lezione di integrazione e umanità tramite la danza (che chiamarla tale è un complimento), oltre al fatto che DEVE  apprezzare questo esempio di pacifismo.
Il problema che riguarda "Formation" - che continua a far rima con "Partition", non dimentichiamocelo mai, per l'amor del cielo - non è tanto il cosa si vuole trasmettere, ma il come lo si vuole trasmettere: è indubbio che gli ultimi avvenimenti che giungono dagli USA non ci mettano davanti al Paese per cui Martin Luther King Jr. è morto, però è, a parer nostro, altrettanto indubbio che lo sculettage non c'entri un bel niente con la causa. 
La canzone e il video sono la peggior cosa mai uscita dalla mente di Bionzella dopo "Feeling myself" (feat. Nicki Minaj) e l'appropriazione della cultura indiana nel video di "Hymn for the weekend" (in cui la nostra Bionz è stata sostanzialmente ingaggiata come corista). Dall'uscita dell'ultimo visual album che porta il suo nome, "Formation" è la prova provata del fatto che una rivale in quanto ad autocelebrazione Madonna ce l'ha ed è Beyoncé. Pensavamo che più volgare di "Partition" non ci potesse essere niente, ma a quanto pare non è così. Come si legge nei commenti del sopra citato post, "i diti medi" non servono a mandare un messaggio di pace e speranza, ma nemmeno a dimostrare che quella è buona musica. Mah... Eppure le due cose possono convivere alla perfezione, se chi le unisce sa quello che fa e soprattutto ha un buon senso della misura e della decenza: nel 1996 Michael Jackson pubblica due video, girati da Spike Lee, per la canzone "They don't care about us" (un prison version e una versione girata nelle favelas brasiliane), inno all'integrazione e denuncia nei confronti delle ingiustizie sociali nei confronti di tutte le razze e le minoranze nel mondo. Il primo video, quello girato in prigione, era stato censurato (e qui il motivo del secondo) per la crudezza delle immagini mostrate. Forse Beyoncé è stata più furba, ha preferito mostrare il proprio corpo in abiti tipici del folklore degli afroamericani di New Orleans. Gli unici elementi "visivi" che ci sentiamo di difendere sono, oltre a Bluozzola, la scritta "Stop shooting us" e la polizia che alza le mani di fronte al bambino con la felpa nera e il cappuccio che balla. Tutto il resto è una cozzaglia di volgarità, stereotipi e scempi che soltanto sua maestà la convinzione, meglio conosciuta come Bionz, sa mettere insieme, facendola passare come chissà quale opera. 
Last but not the least: "Formation" è stata pubblicata qualche ora dopo la presentazione della nuova collezione di maglie e accessori (che riportano citazioni della canzone) sul sito di Beyoncé. Quando una miliardaria non sa cosa regalare a Pasqua alla figlia si assicura di averne altri nel caso in cui volesse comprarle un arcipelago, una miniera di diamanti o l'Argentina tutta: cosa non fanno questi Illuminati per i loro pargoli!



Morale della favola. Ancora una volta gli AMMEREGANI ci danno un'immensa lezione di musica facendoci notare che se non hai la pelle di un certo colore non capisci un cavolo di niente e quindi devi soltanto tacere. E io che pensavo che la musica fosse come l'Esperanto, una lingua universale, invece che un'ulteriore barriera... Quelle utopie! 

 



(un ringraziamento particolare va a Giada che ha contribuito a mostrare il nostro più grande disappunto)

lunedì 1 febbraio 2016

Ipotesi

Ragioniamo ipoteticamente, come i filosofi, e facciamolo circa la famiglia reale inglese.
Immaginiamo che Liz, all'improvviso, si ammali di... vaiolo e dopo pochi giorni muoia; il marito Filippo, essendo Principe consorte e quindi non in linea di successione perché pari alla regina, non sale al trono. A questo punto, viene incoronato re il loro primogenito, NonnoC (Carlo), che da Principe del Galles diventerebbe Re del Regno Unito e tutti gli altri; al suo fianco, la moglie, Cam-Cam Camilla Parker-Bowles. Per una curiosa coincidenza astrale, NonnoC viene deposto dal trono (probabilmente per incapacità di adempiere al suo ruolo, ndr), dunque lui e la ex Principessa del Galles vengono esiliati alle Isole Shetland.
Secondo la linea di successione, i prossimi sono William e Kate, seguiti dai pupi più belli del mondo George e Charlotte che vengono prima dello zio, aka il mio adorato marito, Harry. Sempre per una strana coincidenza, William e Kate vengono accusati di professare il cattolicesimo illegalmente proprio il mese successivo l'incoronazione di re Wills, perciò la corona passa sulla testolina dorata del nostro real Cicciobello Georgie. Sorge un problema, arrivati a questo punto: il re è troppo piccolo per regnare sul serio, la madre è stata opportunamente fatta sparire e la sorella è anche lei troppo piccola per stargli accanto; tocca andare avanti nella linea di successione. Ed è qui che arrivo io! ...Ah no, pardon, lapsus: ecco che arriva Harry, pronto a prendersi in carico la reggenza del nipote. Essendo io la sua cara mogliettina, il mio titolo sarà quello di Principessa consorte - o una cosa del genere.
Ma tutta questa ipotesi, quindi, PERCHÉ? La ragione è più facile di quel che sembra. Diventando Harry ed io reggenti del Regno Unito al posto del piccolo più bello del mondo, possiamo fare festa all day all night tutto l'anno a Bukingham Palace, organizzare parate e celebrazioni con nanielefantieballerine per le strade di Londra, viaggiare per tutto il mondo senza occuparci minimamente dei nostri doveri reali. Perché si sa: in UK, la regina regna ma non comanda.