martedì 29 dicembre 2015

A noi piace... l'Imo 2.

Il cibo ci piace molto, quello giapponese anche di più. Qui in Alessandria ci sono un sacco di All you can eat nipponici (anche se alcuni stanno chiudendo): fusion Giappone-Brasile/Italia/Cina, giapponese puro (e poi si scopre che i proprietari sono russi di Mosca); quello che più amiamo è l'Imo 2, figlio dell'Imo 1 che però da settembre non ha più aperto.
Si tratta di un classico all you can eat in cui a pranzo paghi 11€ e a cena 18€ (bevande, dolci e caffè esclusi) e che ha il menù con i numeri; così, quando arrivano a prenderti l'ordinazione (al primo giro sono più svelti, già dal secondo si scordano le cose), si detta un elenco infinito di numeri che, puntualmente, ti vengono portati al tavolo con il nome in giapponese e quindi si va un po' a sentimento. Capita che si sbaglino a portare il cibo, ma a buon intenditor poche parole e quindi si accetta tutto. Il segreto per riuscire a mangiare tutto è prendere tanto sashimi (e derivati) ma sushi in quantità moderate: quando non se lo scordano, lo portano tutto insieme e, si sa, il riso fermenta nello stomaco. Soprattutto con la birra.
Solitamente andiamo sempre noi 4/5 amiche, capita però che io (Selene) vada lì il giorno prima a pranzo con alcune mie amiche del liceo. Una volta è venuta pure #nonnanonna quest'estate! Colei che, delle 4/5 solite, c'è sempre ed ha un ruolo ben preciso è Ilaria. Lei ha dato il nome ad una delle cose più frequenti che succedono al giapponese, "l'ilariata": chiamasi così l'azione di fare la pucetta (o, per i non alessandrini, zuppetta) salsa di soia+wasabi e regolarmente lasciarci franare dentro il rotolo con riso nell'esterno; per estensione, l'ilariata è la cavolata fatta al tavolo del ristorante giappo. Ilaria solitamente ha anche il compito di criticare le ordinazioni delle altre ("Voi prendete 'ste cosette piccolissime e non mangiate con me"), chiedere tigerroll-rainbow-vattelapesca e lasciarli a metà sul tavolo mentre noi abbiamo già mangiato due volte le nostre cose. Odia il numero 4. Questo piatto meriterebbe un libro a parte, ma mi limiterò a dire che si tratta di una micro porzione di tartare di salmone (6gr al massimo) condita con semi di sesamo e un goccio di salsa di soia. IL PARADISO ESISTE ED È IL NUMERO 4. Ad accompagnare tutto ciò beviamo la birra giapponese: Asahi e Sapporo per lo più, pure mia nonna l'ha presa e le è piaciuta. 
Il problema del giappo è che si mangia troppo senza accorgersene: una volta sono dovuta andare in bagno a vomitare perché sentivo proprio il mio stomaco strabordare di cibo. Il resto è storia. 

Morale della favola: andate al giapponese e soprattutto all'Imo 2. Non dimenticate il numero 4.
Voto: 5/5

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