mercoledì 30 dicembre 2015

Il Segreto, puntata 49

La puntata di oggi 30 dicembre 2015 si apre con noi che ci siamo perse quella di ieri per andare a farci la manicure, quindi abbiamo dovuto mettere in pratica tutte le nostre conoscenze in materia per collegarla con quella di lunedì 28.
#realaurora, ha una sola pettinatura, identica a quella della madre Pepalalevatrice, che le sta pure malissimo nonostante i capelli, in sé, non siano nemmeno così brutti. Oltre ad avere delle lacune in fatto di acconciature, #realaurora ha pure una perenne faccia schifata, anche quando arriva Candela (avvolta in uno scialle bellissimo) e la abbraccia per consolarla dopo la discussione con Conrado. A proposito di Candela, finalmente torna a lavorare in pasticceria, che, nel suo caso, equivale a sgobbare giorno e notte per poi regalare la merce a chi va nel suo negozio: capite anche voi quale genio dell'economia sia questa donna, no?
Maria parla con sua zia Mariana e ci rendiamo conto di un elemento che ci ha colpite fin da subito: per quale motivo, anche se ci sono duemila personaggi in questa telenovela, Maria è sempre la più vecchia? Facendo due calcoli veloci, abbiamo stimato che i personaggi dovrebbero avere le seguenti età:

    • Maria e #realaurora, una ventina
    • Gonzy (forse Cettina) e Ferny, dai venticinque ai trenta
    • Hipolito, trentotto circa
    • Emilia, Candela, Pepa (se fosse viva) e Mariana, una quarantina
    • Alfonso, Nicolas e Crist (se fosse vivo), poco più di quaranta
    • DonnaF e Raimundo, tra i sessanta e i sessantacinque
    • Rosario e DonAnsy, una settantina
E QUINDI PERCHÉ MARIA SEMBRA SEMPRE LA PIÙ VECCHIA? Ma soprattutto, come possono essere nonni Emilia e Alfonso che la loro figlia sembra la loro madre (ma con i capelli di legno)? Va beh, lasciamo stare. 

Partono i *voce di Maurizio Costanzo* consigli per gli acquisti, ma prima c'è il promo di "Una vita", che noi odiamo perché è la copia brutta del Segreto (fatta dalla stessa autrice) di cui riciclano gli attori. A noi non va bene questa cosa. 

Al ritorno dalla pubblicità, ecco che arriva la nostra ship improbabile, la coppia di cui noi siamo addicted nonostante il legame di parentela fra i due: DonnaF e Bosco. Lei è sempre bellissima, anche da ammaccata, e lui è un tenerone che invece di fare il baciamano alla vipera che è tornata in città, Bernarda, le dà una pacca sul dorso della mano e via verso nuove avventure. Bosco, tvb. 
Mariana, e Maury2 stanno parlando in cucina, quando altre cameriere ignote arrivano e, sghignazzando, mostrano a Mariana il regalo di nozze che tutti hanno fatto per lei e Nicolas: un servizio da caffè degno della regina Vittoria che quella plebea di Mariana non si merita di certo. Lei e il futuro marito sono due cretini, delle porcellane così belle non vanno bene per loro; tutt'al più, dei bicchieri fatti di cocco. E passiamo anche su questo. 
Dissolvenza, Jaral, camera di Gonzy e Maria: lui sta giocando con Esp, che è una bambina troppo bella e tenera per essere figlia di quei due scemi che si erano pure dimenticati di cercarla durante l'epidemia. Fossi nei servizi sociali ve la toglierei all'istante. 
Alla locanda degli Ulloa, Nicolas, Alfonso, DonAnsy e Hip stanno parlando: quest'ultimo si offre di organizzare l'addio al celibato di Nicolas facendo un ballettino improponibile, ma la cosa decade subito perché il futuro sposo dice che gli è morta una zia lontana e la sua famiglia non ci sarà. DonAnsy non gli chiede e subito minaccia di far saltare tutto se non gli viene raccontata la verità.

E anche per oggi la puntata finisce qui, sempre troppo presto per noi, soprattutto se deve far spazio ai film ignoranti di Canale 5. Ci fosse Barbarella D'Urso, almeno...




martedì 29 dicembre 2015

A noi piace... l'Imo 2.

Il cibo ci piace molto, quello giapponese anche di più. Qui in Alessandria ci sono un sacco di All you can eat nipponici (anche se alcuni stanno chiudendo): fusion Giappone-Brasile/Italia/Cina, giapponese puro (e poi si scopre che i proprietari sono russi di Mosca); quello che più amiamo è l'Imo 2, figlio dell'Imo 1 che però da settembre non ha più aperto.
Si tratta di un classico all you can eat in cui a pranzo paghi 11€ e a cena 18€ (bevande, dolci e caffè esclusi) e che ha il menù con i numeri; così, quando arrivano a prenderti l'ordinazione (al primo giro sono più svelti, già dal secondo si scordano le cose), si detta un elenco infinito di numeri che, puntualmente, ti vengono portati al tavolo con il nome in giapponese e quindi si va un po' a sentimento. Capita che si sbaglino a portare il cibo, ma a buon intenditor poche parole e quindi si accetta tutto. Il segreto per riuscire a mangiare tutto è prendere tanto sashimi (e derivati) ma sushi in quantità moderate: quando non se lo scordano, lo portano tutto insieme e, si sa, il riso fermenta nello stomaco. Soprattutto con la birra.
Solitamente andiamo sempre noi 4/5 amiche, capita però che io (Selene) vada lì il giorno prima a pranzo con alcune mie amiche del liceo. Una volta è venuta pure #nonnanonna quest'estate! Colei che, delle 4/5 solite, c'è sempre ed ha un ruolo ben preciso è Ilaria. Lei ha dato il nome ad una delle cose più frequenti che succedono al giapponese, "l'ilariata": chiamasi così l'azione di fare la pucetta (o, per i non alessandrini, zuppetta) salsa di soia+wasabi e regolarmente lasciarci franare dentro il rotolo con riso nell'esterno; per estensione, l'ilariata è la cavolata fatta al tavolo del ristorante giappo. Ilaria solitamente ha anche il compito di criticare le ordinazioni delle altre ("Voi prendete 'ste cosette piccolissime e non mangiate con me"), chiedere tigerroll-rainbow-vattelapesca e lasciarli a metà sul tavolo mentre noi abbiamo già mangiato due volte le nostre cose. Odia il numero 4. Questo piatto meriterebbe un libro a parte, ma mi limiterò a dire che si tratta di una micro porzione di tartare di salmone (6gr al massimo) condita con semi di sesamo e un goccio di salsa di soia. IL PARADISO ESISTE ED È IL NUMERO 4. Ad accompagnare tutto ciò beviamo la birra giapponese: Asahi e Sapporo per lo più, pure mia nonna l'ha presa e le è piaciuta. 
Il problema del giappo è che si mangia troppo senza accorgersene: una volta sono dovuta andare in bagno a vomitare perché sentivo proprio il mio stomaco strabordare di cibo. Il resto è storia. 

Morale della favola: andate al giapponese e soprattutto all'Imo 2. Non dimenticate il numero 4.
Voto: 5/5

Film spiegati male: Mary Poppins (Stevenson, 1964)

C'è Julie Andrews che dimostra di essere "praticamente perfetta sotto ogni aspetto" con il suo accento inglese e il suo Oscar come Miglior attrice protagonista, mentre Dick Van Dyke saltella sui tetti sporco di fuliggine. I bambini Jane e Michael sono due idioti che rompono gli aquiloni, la madre suffragetta nel libro era una casalinga e il padre è quello di "Pomi d'ottone e manici di scopa". Tutti avremmo voluto che Mary e Bert si mettessero insieme alla fine, ma per l'ennesima volta si friendzonano. Questo film ci ha insegnato una parola bellissima: supercalifragilistichespiralidoso.



Film spiegati male: Il mucchio selvaggio (Peckinpah, 1969)

William Holden da vecchio e i suoi amici sono dei cowboy cattivi ma buoni che bevono, sparano, ridono e si mischiano ai messicani poveri nel Far West. Il sangue che esce dai corpi è palesemente ketchup, nemmeno della marca migliore. William Holden fa sempre la sua figura.




lunedì 28 dicembre 2015

Film spiegati male: Diario di un ladro (Bresson, 1959)

Un borseggiatore che vuole smettere di fare il borseggiatore, ma non ci riesce perché è più forte di lui e quindi continua a fare il borseggiatore. In carcere scopre l'amore. 


#1 - San Salvatore protettore delle impedite

Finalmente ci siamo! Grazie all'aiuto di Salvatore Aranzulla (ora pro nobis), siamo riuscite ad aprire questo blog che, nei nostri cuori, è nato durante la vacanza a San Martino di Castrozza due estati fa. Avevamo millemila idee su come riempirlo, ma le abbiamo scordate: sicuramente parleremo dei nostri royalZ preferiti (vedi spiegazione su "Royalest of them all") e magari pure del Segreto ("Il Segreto secondo noi"), ma tutto si scoprirà col tempo.